CIAO, un ponte tra carcere, famiglia e territorio – Mamma, sempre e ovunque
Descrizione Progetto
L’associazione “CIAO …un ponte tra carcere, famiglia e territorio”, svolge da oltre 17 anni attività di sostegno e volontariato nel carcere di Opera, a Milano. In particolar modo si occupa di assistere le mamme detenute con bimbi piccoli a seguito, che vivono in carcere i primi tre anni della loro vita. Il carcere, anche nelle situazioni migliori dove sono state realizzate delle sezioni nido, è comunque di per sé, per le finalità che deve raggiungere e per le modalità ed organizzazione che ne derivano, un luogo incompatibile con le esigenze di socializzazione e lo sviluppo del bambino. Il sovraffollamento, il contatto forzato tra etnie e culture diverse e le regole esistenti creano situazioni di stress e tensioni che si ripercuotono, inevitabilmente, nel rapporto madre – figlio. Il progetto prevede la presa in locazione di un ulteriore appartamento, oltre le due case di accoglienza che l’associazione già possiede. Questa strutture è messa a disposizione delle mamme detenute in occasione dei permessi premio, in una alternanza periodica di presenze, e in caso di concessione di misure alternative. Questo consentirà ad ogni mamma, seppure seguita e accompagnata nel periodo di permanenza, di vivere l’intimità e tranquillità materna con il proprio bambino. Per portare a completamento il progetto la Fondazione J&J ha offerto un contributo a sostegno della realizzazione dello stesso, nel nuovo appartamento, ottenuto in comodato d’uso gratuito dalla Parrocchia “Santi Quattro Evangelisti” di Milano.
Associazione
L’associazione “CIAO …un ponte tra carcere, famiglia e territorio”, è nata nel 1995 per iniziativa e forte volontà di alcune persone che, già volontarie nel carcere di Opera, (Milano) desideravano estendere la loro attività al di fuori di quelle mura. La sua azione, di fatto già operativa dal 1992, si svolge infatti sul territorio, a favore di detenuti, ex detenuti e delle loro famiglie. All’interno del carcere i volontari svolgono attività di ascolto e sostegno morale, fanno catechesi e rispondono alle necessità materiali acquistando per i più indigenti elementi di prima necessità. All’esterno i volontari aiutano e sostengono moralmente e, laddove possibile, economicamente le famiglie, collaborando con i Servizi Sociali e le Istituzioni Pubbliche. Uno dei problemi primari che i volontari hanno dovuto sempre affrontare nel loro impegno con i detenuti è quello della reintegrazione sociale e lavorativa, e la necessità, per chi non ha una famiglia che lo possa o voglia accogliere, di avere una casa. La grande sfida, pertanto, che l’ associazione ha accolto e si è trovata a vivere a pochi anni dalla sua costituzione, è stata quella di provare ad aprire una casa di prima accoglienza, sostenuta anche da una sensibilità politica che aveva iniziato a svilupparsi in quegli anni. Nel 2000 sono state aperte le prime due case di accoglienza in zona Porta Genova a Milano, alle quali si sono aggiunte nel 2003, altri tre alloggi, all’interno della Casa della gioventù di proprietà della Parrocchia SS. Quattro Evangelisti. Secondo L’Associazione, accogliere non vuol dire solo dare ospitalità, ma “accompagnare” la persona a riappropriarsi progressivamente del territorio, ad instaurare relazioni sociali positive, a coltivare la legalità in ogni ambito, a cominciare da quello lavorativo.
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