ARCHE’ – Settimane Arcobaleno
Descrizione progetto
Le “Settimane Arcobaleno” sono vacanze estive per bambini e ragazzi che o vivono in contesti di grave disagio sociale o sanitario, o sono infetti/affetti da Hiv/AIDS.
Sin dai primi anni Novanta le “Settimane Arcobaleno”, organizzate da Arché in una grande casa di campagna in Toscana, sono la concreta testimonianza della possibilità di convivenza tra bambini infetti dal virus e bambini sani.
La Fondazione Johnson&Johnson ha finanziato nel 2001 e nel 2002 le vacanze estive “Settimane Arcobaleno” organizzate da Archè. Spesso le vacanze con Arché sono il primo passo di un percorso che li porterà gradualmente a raggiungere l’autonomia necessaria per partecipare anche ad altre vacanze residenziali, con i gruppi scout di quartiere o con altri gruppi di coetanei.
La compagnia come luogo protetto per sperimentarsi nella comunicazione, come luogo di relazioni privilegiate all’interno delle quali sviluppare la propria capacità di crescita misurando se stessi nell’incontro con gli altri. Ognuno offre un’infinità di possibilità all’altro. Le potenzialità della comunicazione vengono amplificate all’interno di una solida rete di relazioni che si colora del clima affettivo che evolve nel gruppo.
Associazione
Arché nasce nel 1989 ed è la prima associazione di volontariato in Italia che si è occupata di sieropositività in campo pediatrico. Arché, con i suoi volontari preparati da esperti e continuamente aggiornati, ha messo a punto vari progetti di assistenza e sostegno in casa, in ospedale e durante le terapie in day-hospital per rendere meno difficile la loro vita. Il Comune di Roma, unico in Italia a promuovere assistenza domiciliare in favore di minori in AIDS, ha affidato alla sede Archè di Roma l’attuazione del servizio sul territorio cittadino. La presenza di persone preparate ad interventi di relazione può essere di fondamentale aiuto nell’attivazione delle risorse proprie dell’infanzia, questo è il compito dei volontari (450 in tutta Italia) che:
- li accompagnano nei trasferimenti da casa all’ospedale
- li assistono durante le terapie in day-hospital;
- li fanno giocare e li aiutano negli studi;
- organizzano feste e incontri con i bambini nelle varie occasioni dell’anno (Natale, Befana, Pasqua, Carnevale);
- li accompagnano nelle vacanze Archè
- collaborano insieme a professionisti ai laboratori espressivi per la comunicazione.
Archè opera in stretto contatto con i centri di pediatria infettiva dei principali ospedali italiani.
ARCHE’
Roma via Fregene 10 – 0677250350
Firenze in via Faentina 32 – 0554633300
Milano in via Cagliero 26 – 02603603.
Website: www.arche.it
Il “Progetto Prometeo”, portato avanti da ARCHE’ , con il supporto della Fondazione Johnson&Johnson, si incentra su interventi di sensibilizzazione e informazione su sieropositività in ambito scolastico e nei centri ricreativi per l’infanzia e l’adolescenza.

Ogni anno in Europa sono diagnosticati 30.000 nuovi casi di tumore alla pelle.
Per molti bambini cerebrolesi, sono necessarie strutture ad hoc con personale specializzato in grado di supportare le famiglie. L’unità abitativa realizzata
La Fondazione Johnson & Johnson ha contribuito sistemando e decorando aree interne ed esterne della struttura; sale d’attesa, ambienti visita, sale degenza, scuola e altre aree interne sono stati decorati con figure e personaggi cari all’immaginario infantile per rendere meno traumatica la loro permanenza presso la struttura.
Dall’altra, in collaborazione con l’Associazione Amici della Fondazione Pascale e l’Associazione Italiana Malati di Cancro, è stato attivato lo “Sportello informativo oncologico” per sensibilizzare ed educare il cittadino alla corretta prevenzione, fornendo informazioni specialistiche utili ad indirizzare le domande degli utenti relative alla diagnosi e trattamento dei tumori.
Il progetto, ideato circa tre anni fa, è partito nel novembre del 2003 e si è concluso a luglio 2004 quando è stata inaugurata la “Seconda stella di Peter Pan”. Già nel settembre 2000 era stata inaugurata una prima struttura, che in questi anni ha accolto più di 170 bambini con i loro genitori. L’esperienza positiva dei primi tre anni di gestione della Casa di Peter Pan, al servizio del reparto di Oncologia dell’Ospedale Bambino Gesù, ha spinto l’associazione a ricercare le collaborazioni e le sinergie necessarie con altre associazioni operanti nello stesso settore, per poter replicare l’esperienza e offrire a tutti i bambini che arrivano a Roma per lottare contro il cancro le stesse possibilità di cure, lo stesso calore umano e lo stesso affetto al di là di ogni distinzione di razza, ceto o religione.
Per capire i bambini le parole, a volte, non bastano. Per andare oltre il linguaggio, Telefono Azzurro ha realizzato, con il contributo della Fondazione Johnson & Johnson, un percorso per formare operatori sociali e insegnanti alla prevenzione e al riconoscimento dei sintomi di eventuali abusi sui minori. L’obiettivo del progetto realizzato nel 2001-2002 era di offrire strumenti cognitivi sui fattori di rischio, sulla sintomatologia in bambini e adolescenti, sui criteri di diagnosi e metodologie di intervento in riferimento all’abuso all’infanzia. Centoventi insegnanti e trenta operatori sociali di Palermo, Treviso, Bologna e Sarzana hanno seguito i corsi tenuti da esperti di Telefono Azzurro e docenti di varie università italiane.
Il progetto portato avanti dalla Sezione di Senologia e di Diagnostica per immagini del Dipartimento di Scienze Oncologiche e Chirurgiche dell’Università di Padova, con il supporto della FondazioneJohnsn & Johnson, ha voluto attuare un programma di tipo “formativo” in grado di essere espletato in sede ogni giorno e sottoposto ad autovalutazione da parte degli stessi operatori.
Al termine del periodo di test, molti centri hanno acquistato le apparecchiature necessarie a continuare i controlli periodici. Durante il periodo di attuazione del programma, la Sezione di Senologia e di Diagnostica per immagini del Dipartimento di Scienze Oncologiche e chirurgiche dell’Università di Padova si è resa conto che gli attuali programmi di screening presentano due grosse carenze: mancanza di rapporto tra medico ed utente e elevato numero di carcinomi non diagnosticati a causa della metodologia di somministrazione della mammografia, rigida e uguale per tutti. Nel territorio della Azienda ULSS di Padova è stato, quindi, dato il via ad un programma che prevede un colloquio iniziale della donna con il radiologo e la modulazione dell’offerta dei test